domenica 16 giugno 2013

Gustavo Adolfo Rol



Da molti considerato il più grande sensitivo del XX secolo, Gustavo Adolfo Rol fu senza ombra di dubbio un uomo straordinario. Tralasciando di interrogarci sulla veridicità degli straordinari fenomeni che produceva, nessuno può negare che Rol ebbe in se qualcosa di speciale. La sua vita, infatti, si intrecciò con molti personaggi chiave dello scorso secolo quali, ad esempio, Gabriele D'Annunzio, Albert Einstein, Federico Fellini, Enrico Fermi, Benito Mussolini, Ronald Reagan, Pio XII, Agnelli, Kennedy ed Einaudi; solo per citarne alcuni.
Gustavo Adolfo Rol
Questi illustri personaggi, andavano da Rol per chiederli consiglio; egli ha determinato quindi molte decisioni che hanno poi seriamente influito sul corso della storia. 
La ragione che spingeva i potenti del mondo a rivolgersi a Rol non risiedeva soltanto nelle sconvolgenti manifestazioni dei suoi poteri, fra i quali si annoveravano telecinesi, telepatia, visione a distanza, endoscopia, chiaroveggenza, bilocazione, pranoterapia, apporti e asporti, ma anche alla sua capacità di infondere nelle persone un'energia benefica. Rol non si definiva sensitivo, medium o mago; questi termini, infatti, non gli rendono giustizia: era più che altro un illuminato , un uomo che aveva raggiunto un superiore stato di coscienza che gli aveva schiuso le porte dei più intimi segreti della vita e del pensiero. Federico Fellini, suo grande amico, nel suo libro "Fare un Film" , edito nel 1983, tenta di dare una descrizione di Gustavo Rol:
«Ciò che fa Rol è talmente meraviglioso che diventa normale; insomma, c'è un limite allo stupore. Infatti le cose che fa, lui le chiama "giochi", nel momento in cui le vedi per tua fortuna non ti stupiscono, nel ricordo assumono una dimensione sconvolgente. (…) È un po' arduo descriverlo. Ho visto un signore dai modi cortesi, l'eleganza sobria, potrebbe essere un preside di ginnasio di provincia, di quelli che qualche volta sanno anche scherzare con gli allievi e fingono piacevolmente ad interessarsi ad argomenti quasi frivoli. Ha un comportamento garbato, impostato a una civile contenutezza contraddetta talvolta da allegrezze più abbandonate, e allora parla con una forte venatura dialettale che esagera volutamente, come Macario, e racconta volentieri barzellette.»
Gustavo Adolfo Rol nacque il 20 Giugno 1903 a Torino da una famiglia benestante. Il padre, l'avvocato Vittorio Rol, fu direttore della sede di Torino della Banca Commerciale Italiana per quasi vent'anni, a partire dal 1909. 
Gustavo Rol a cinque anni
insieme alla madre 
La madre, Martha, è figlia dell'avvocato Antonio Peruglia, presidente del Tribunale di Saluzzo. Gustavo ha inoltre due sorelle ed un fratello: Giustina (1900), Maria (1914) e Carlo (1897). Si dice che Gustavo parlò per la prima volta all'età di due anni, quando lo trovarono aggrappato al caminetto della casa di campagna. Rol stava osservando un'effige di Napoleone a Sant'Elena e gridava in lacrime “Poleone, Poleone!” . La figura di Napoleone Bonaparte ebbe un grande impatto sulla vita di Gustavo Rol, che divenne un grande collezionista di cimeli appartenuti all'imperatore francese, era, inoltre, espertissimo sulle imprese di Napoleone. Già dal liceo, era in grado di descrivere le battaglie condotte da Bonaparte con tale minuzia di particolari da dare l'impressione di avervi assistito personalmente. Sono numerosi anche i fenomeni anomali sperimentati da Rol in relazione con Napoleone. Uno fra tanti si svolse a Parigi negli anni trenta: Gustavo Rol stava passeggiando tranquillamente per strada; ad un tratto, l'istinto lo spinse ad entrare in una casa. Chiese al portinaio di condurlo nelle cantine e di procurargli una pala. Rol dissotterrò dal pavimento in terra battuta delle cantine un busto di marmo raffigurante Napoleone sotto gli occhi increduli dei presenti.
Rol trascorre la maggior parte della sua infanzia a Torino, e saltuariamente a San Secondo di Pinerolo nella residenza settecentesca posseduta dalla sua famiglia. Da bambino fu abbastanza introverso e non brillò particolarmente negli studi; cosa che cambierà con il passare degli anni: in seguito, infatti, imparò a suonare il pianoforte ed il violino senza aver mai preso lezioni ed i suoi risultati scolastici migliorarono esponenzialmente. Durante il liceo conobbe Luciana Frassati, una stimata poetessa con cui instaurò un rapporto di amicizia che durerà per tutta la vita. Il 1921 lo vide intraprendere la carriera giornalistica; si iscrisse poi alla facoltà di giurisprudenza della Regia Università di Torino nel 1923 e si laureò in pochi anni. Studiò anche scienze commerciali a Londra e Biologia a Parigi insieme al premio Nobel Jacques Monod. Si iscrive subito dopo al Corso Allievi Ufficiali di Complemento; un anno dopo venne nominato sottotenente e si congedò. Negli anni che vanno dal 1925 al 1930 girò l'Europa quale dipendente delle filiali Comit. Conobbe la sua futura moglie in un caffè a Parigi: si chiamava Elna Resch-Knudsen ed era di nobili origini, nella sua famiglia figuravano, infatti, ben diciassette Re; tre anni dopo Rol la sposò a Torino, nella chiesa di San Carlo il 17 Dicembre 1930.
Gustavo Rol a Parigi nel 1927 
Il periodo più importante della vita di Gustavo Rol è senz'altro contenuto negli anni che trascorre a Parigi; qui comincerà ad esplorare i grandi interrogativi dell'universo. Il 28 Luglio del 1927, Rol scrisse sul suo diario una breve frase profondamente enigmatica e controversa: «Ho scoperto una tremenda legge che lega il colore verde, la quinta musicale ed il calore. La potenza mi fa paura. Non scriverò più nulla!». Dopo questa sconcertante rivelazione, iniziò per Rol un periodo di crisi esistenziale che lo spinse a rifugiarsi in un convento. Dopo tre mesi ricevette la visita della madre, la quale lo spronò ad utilizzare le sue doti per fare del bene al prossimo. Così cominciò la sua fama da ‘sensitivo', la cui eco arrivò fino alle più alte sfere della politica e dell'aristocrazia d'Europa e anche d'oltreoceano. I capi di stato delle più grandi potenze volevano chiedergli consiglio, fra questi figurano De Gaulle, Pio XII e Mussolini; anche Hitler brama servirsi delle sue straordinarie doti e invia i suoi uomini con l'ordine di condurlo a Berlino. In più occasioni Rol fu aiutato dagli uomini del Duce a nascondersi dalle SS che lo braccavano. Durante la guerra, Rol riuscì a salvare molte persone condannate alla fucilazione dalle truppe tedesche barattando la loro vita con l'esecuzione dei suoi esperimenti al cospetto degli ufficiali nazisti. Renzo Allegri racconta uno di questi episodi nel suo libro "Rol il Mistero":
«Un giorno, a Pinerolo, un comandante tedesco aveva messo al muro un gruppo di partigiani. Rol accorse a chiederne la liberazione. "Sono innocenti, non hanno commesso niente di male", diceva. "E lei come fa ad esserne tanto sicuro?", chiese il comandante. "Alla stessa maniera con cui sono sicuro di conoscere cosa contengono i cassetti della scrivania nella sua casa ad Amburgo", rispose Rol e cominciò a descrivere minuziosamente gli oggetti che quel comandante aveva nella sua scrivania ad Amburgo, soffermandosi sul contenuto di alcune lettere privatissime e di documenti segreti. Il tedesco, confuso e spaventato, liberò immediatamente i prigionieri». Il sindaco di San Secondo di Pinerolo conferì a Gustavo Rol un riconoscimento ufficiale per le sue opere a nome del Comitato di Liberazione Nazionale.
Rol in divisa da alpino
Rol conobbe anche Picasso, Dalì, Croce, Fermi, Einstein, D'annunzio, Cocteau. Il padre morì nel 1934, al ché Rol lasciò l'impiego in banca, professione intrapresa solo per compiacere il genitore. Ha una propensione per il giornalismo, ma decide di dedicarsi all'antiquariato, per il quale ha sempre nutrito grande interesse. Aprì, quindi, un negozio di antiquariato che tenne fino agli anni sessanta, quando decise di dedicarsi completamente ad aiutare il prossimo, alla pittura ed ai suoi studi spirituali.
Alla fine degli anni trenta, Rol acquista un appartamento a Torino in Via Silvio Pellico 31, appartamento che a partire dagli anni cinquanta diventò meta ambita per molti personaggi famosi: Vittorio De Sica, Alberto Sordi, Marcello Mastroianni, Nino Rota, Franco Zeffirelli, Valentina Cortese, Federico Fellini, Giovanni Agnelli, Giorgio Strehler, Cesare Romiti, Vittorio Gassman, Valentino Bompiani,Guido Ceronetti, Vittorio Messori, Pittigrilli e molti altri.
Rol conobbe anche alcuni presidenti della Repubblica Italiana, fra i quali Einaudi e Saragat, incontrò anche la regina Elisabetta II a Londra che, a quanto pare, desiderava mettersi in contatto con lo spirito del defunto padre, Re Giorgio VI; nello stesso periodo incontra anche Padre Pio, al quale Rol era molto devoto. Nel 1964 incontrò l'Imperatore d'Etiopia, Hailé Selassié, ad Antibes; al quale predisse la morte ad opera del suo popolo (cosa che in effetti si verificò nel 1975). In America, Walt Disney e John Fitgerald Kennedy desideravano incontrarlo. Kennedy, nel suo unico viaggio in Italia da presidente, venne appositamente a Torino per incontrare Rol. Nel 1981 Rol ricevette un telegramma di ringraziamento dal presidente Reagan per aver contribuito con il suo aiuto "metafisico" alla liberazione del generale americano James Lee Dozier. Dagli anni sessanta in poi, Rol viene invitato da molti centri di parapsicologia per dar prova delle sue doti; nonostante questo non acconsentì mai a volgarizzare ciò che riteneva un'espressione delle più alte vette spirituali mai raggiunte dall'uomo.
Nel 1966, Leo Talamonti, nel suo libro ‘Universo Proibito', racconta un esperimento al quale assistette: «Fu nel marzo 1961 che incontrai per la prima volta il dr. G. Rol. Gli avevo telefonato da Milano nel pomeriggio di un mercoledì, e si era rimasti d'accordo che ci saremmo incontrati in casa sua due giorni dopo, cioè il venerdì successivo, alle 21,30. Ma io anticipai la partenza e giunsi a Torino nelle prime ore pomeridiane del giovedì. Ero appena sceso in un alberghetto scelto a caso tra i numerosi della zona di Porta Susa, quando fui raggiunto da una sua telefonata assolutamente inattesa: "Ho cambiato idea: venga pure questa sera, alla stessa ora che avevamo fissato per domani". 
"Ma lei come fa a sapere che sono già arrivato e che mi trovo in questo albergo?" 
"Stavo disegnando a carboncino e la mano ha scritto automaticamente il suo nome, aggiungendo l'indicazione: albergo P., stanza 91". 
Elementi, nella normalità, ignoti al sensitivo. Quando mi presentai a casa sua... avevo con me una delle solite cartelle di cuoio con vari incartamenti... mi apostrofò con queste parole: "Vedo che la sua cartella contiene due articoli sulla telepatia, già pronti ma non ancora pubblicati. Argomento interessante". "Era vero, ma come faceva a saperlo? Senza darmi il tempo di proseguire, disse: "L'avverto però che l'episodio riguardante Napoleone, di cui lei parla nel secondo articolo, contiene una inesattezza. Posso dargliene la prova” »
Casa di Rol
Il prof. Diego de Castro, ex-direttore dell'Istituto di Statistica dell'Università di Torino scrisse in un articolo su La Stampa del 20.08.1978: «Rol, in piena luce, verso le 13, fece questo esperimento in casa di mio suocero dove era stato invitato a colazione. Non a casa sua. Preso da me, a caso, un libro tra una trentina di volumi ugualmente rilegati: scelte da me tre carte da un mazzo ch'era in casa, per determinare il numero della pagina, mi fece mettere il libro sul petto e intonare una specie di nenia (oh, oh, oh) per alcuni secondi. Non toccò mai il libro che risultò poi essere di Victor Hugo. Disse in francese (traduco): "I valentinesi dormivano con i loro orsi". Il primo verso della pagina scelta con le carte diceva: "I valentinesi dormenti con i loro orsi". Il libro non era mai uscito dalle mie mani, la sua scelta e la scelta della pagina erano casuali: ignoravo che libro fosse. Trucco? Chiedo la spiegazione, anche perché ripetemmo l'esperimento con un libro tedesco e uno italiano con gli stessi risultati” ».
Il professor Guasta Racconta: «Una sera negli anni Ottanta, Rol venne a casa mia, in collina a Torino. Eravamo lui, io e Marisa. Prese un mazzo di carte e disse:" Guardate: adesso lo vedrete gonfiarsi perché voglio che una carta sì e una no, si giri". Controllammo il mazzo: erano tutte girate nello stesso senso. Lo mescolammo, lo posammo sul tavolo e Rol ci passò sopra una mano, senza toccarlo. Il mazzo si gonfiò, alzandosi più di un centimetro e poi a poco a poco si riabbassò. Lo ricontrollammo e una carta sì e una no era girata. Rifece l'esperimento diverse volte, infine disse: "Facciamo questa prova: ci mettiamo sopra una bottiglia in modo che non si possa gonfiare". Così fece: il mazzo rimase compresso, ma alla fine al controllo constatammo che le carte che si dovevano girare si erano ugualmente girate"».

Arturo Bergandi, factotum in casa Rol, racconta: «Una sera, dovetti aiutare il dottore a portare un quadro sulla macchina di una signora che era venuta a trovarlo e che voleva poi dargli un passaggio. Li accompagnai alla Topolino della signora, che era posteggiata sul corso. La signora era imbarazzata e gli disse: "Mi dispiace, la mia macchina è troppo piccola, può andar bene per il professor Valletta, lei non riesce ad entrare". "Non si preoccupi signora", le rispose il dottor Rol, "si risolverà tutto". All'improvviso diventò piccolo e minuto, e poté sedersi in macchina con disinvoltura. Ero allibito, le gambe mi tremavano» .
Rol all'età di 90 anni

E queste sono solo alcune delle moltissime testimonianze circa i prodigi di Rol. Verso la fine degli anni settanta, Rol conobbe il famoso giornalista e divulgatore scientifico Piero Angela, nel quale vide un possibile mediatore fra lui e la comunità scientifica. Purtroppo Angela non credette alla genuinità dei poteri di Rol, liquidandolo come illusionista. Amareggiato, Rol condusse, da allora in poi, una vita riservata. Morì a Torino il 22 settembre 1994.

Stabilire se i poteri di Rol sono autentici o se si tratta di illusionismo è un compito tutt'altro che semplice: negli anni, gli esperimenti di Rol hanno sbalordito (a volte anche terrorizzato) centinaia di persone. Gran parte della fenomenologia prodotta da Rol non può assolutamente essere spiegata in termini scientifici.  Alcuni avanzano l'ipotesi che Rol selezionasse gli spettatori dei suoi esperimenti in modo da escludere quelli che avrebbero potuto smascherarlo; c'è da dire che famosi illusionisti, fra cui Tony Binarelli, Carlo Buffa di Perrero e Giuseppe Vercelli, hanno assistito personalmente agli straordinari esperimenti di Rol, riferendo che riprodurli con le tecniche della prestidigitazione era assolutamente impossibile: infatti, quando Rol eseguiva esperimenti con le carte da gioco, non toccava neanche il mazzo e rimaneva ad una certa distanza.
A favore della veridicità dei poteri di Rol (oltre delle decine di testimoni, anche illustri, che non si interessano specificatamente del “paranormale”) si sono espressi molti esponenti della parapsicologia, come Gastone De Boni (direttore della rivista Luce e Ombra ) e Massimo Inardi (co-direttore del Centro Studi Parapsicologici di Bologna).

Il “pensiero” di Rol
La cosa che più mi ha fatto riflettere e che mi ha convinto ad includere  Gustavo Rol in questo blog è il suo "pensiero", quello in cui credeva, che io mi sento di condividere pienamente. Gustavo Rol sosteneva che ogni cosa, anche inanimata, ha un suo spirito eterno e immortale. Lo spirito dell’uomo è però uno “spirito intelligente”, costantemente in contatto con tutti gli altri spiriti intelligenti a formare una “coscienza universale” o “coscienza sublime” che trascende dalle dimensioni di spazio e tempo e che può agevolmente interferire con la materia.
Lui stesso si stupiva del risultato dei suoi esperimenti e ne gioiva intensamente, riscontrando in essi la dimostrazione dell’esistenza di un “oltre” ancora misterioso, ma aperto all’indagine.
Sosteneva infatti che l’umanità fosse ormai prossima a scoprire, attraverso la Scienza, i meccanismi dello spirito e che presto Scienza e Fede si sarebbero incontrate.
Egli stesso aveva cercato di scoprire cosa fosse alla base dei suoi fenomeni, arrivando a sperimentare una stretta relazione tra il colore verde, una certa nota musicale e un certo valore termico: riteneva infatti che lo spirito dell’uomo fosse una “dimensione” sottile, invisibile ai sensi, ma indagabile scientificamente nell’ambito della Fisica delle particelle.
Egli ripeteva che le sue stesse “possibilità” come amava chiamarle, sono alla portata di ognuno di noi; è però necessario un rigoroso controllo del Sé, per renderlo puro da ogni istinto negativo di egoismo, interesse, orgoglio ecc., di tutte le pulsioni cioè legate alla materialità.

I Migliori Filmati e Libri su Gustavo Rol



Gustavo Rol - La Coscienza Sublime
Gustavo Rol - La Coscienza Sublime
Il Pensiero di Rol
 Il Pensiero di Rol




venerdì 14 giugno 2013

Le Linee di Nazca

Le Linee di Nazca sono geoglifi, linee tracciate sul terreno, del deserto di Nazca, un altopiano arido che si estende per una cinquantina di chilometri tra le città di Nazca e di Palpa, nel Perù meridionale. Le oltre 13.000 linee vanno a formare più di 800 disegni, che includono i profili stilizzati di animali comuni nell'area (la balena, il pappagallo, la lucertola lunga più di 180 metri, il colibrì, il condor e l'enorme ragno lungo circa 45 metri).
Le linee sono state avvistate con chiarezza solo dall'avvento dei voli di linea sull'area, casualmente, nel 1927 da Toribio Meija Xespe che le identificò con dei sentieri cerimoniali .
L'archeologia tradizionale ritiene che i geoglifi siano stati tracciati durante la fioritura della Civiltà Nazca, tra il 300 a.C. ed il 500 d.C. da parte della popolazione che abitava la zona: i Nazca.
Sono molte le ipotesi su come i Nazca abbiano disegnato le linee, spaziando da quelle più plausibili a quelle più fantasiose.
Tecnicamente le linee di Nazca sono perfette. Le rette chilometriche sono tracciate con piccolissimi angoli di deviazione. I disegni sono ben proporzionati, soprattutto se pensiamo alle loro dimensioni. Queste linee sono la testimonianza di una grande conoscenza della geometria da parte degli antichi abitanti di questa zona.
Le figure che si trovano a Nazca, in particolare nella Pampa di San José, sono numerose e rappresentano figure di animali, di vegetali, di umani, labirinti e altre figure geometriche.
Quasi tutti i disegni furono creati su superfici piane. Ve ne sono alcuni anche sui lati delle colline, che rappresentano (per la maggior parte) figure umane, alcune delle quali sono incoronate da tre o quattro linee verticali che forse rappresentano le piume di un copricapo cerimoniale (anche alcune mummie peruviane portavano copricapi d'oro e di piume). I disegni sulle colline sono meno nitidi di quelli sulla pianura, forse perché sono stati parzialmente cancellati dal rotolamento delle pietre verso valle.
Sono più di trenta i geoglifi trovati fino ad oggi nella Piana di Nazca. I disegni geometrici (centinaia di linee, triangoli e quadrangoli) sono più numerosi di quelli naturali ed occupano grandi aree.
La sua tecnica di costruzione fu diligente e attraverso essa i topografi del passato portarono le linee a dorsi e burroni senza deviare dalla loro direzione originale.
La profondità dei solchi non eccede mai i 30 cm e alcune sono semplici graffi sulla superficie e possono essere distinte solo quando il sole è basso all'orizzonte. A causa delle caratteristiche del suolo è molto difficile poter datare con sicurezza il periodo in cui furono costruite, specialmente per la difficoltà di applicare il sistema di datazione con il Carbonio 14, che non ha dato risultati soddisfacenti. Gli scienziati si sono avvalsi di altri metodi, come il confronto tra le figure dei geoglifi e quelle trovate sul vasellame della civiltà Nazca. 
Nonostante le varie ipotesi che sono state fatte nel corso degli anni, ancora oggi non è chiara in assoluto la motivazione di tali linee. 
Alcuni studiosi hanno formulato delle ipotesi che esse avessero un significato astronomico: ciascuna figura "puntava" verso una costellazione del periodo. Un'altra ipotizza che chi disegnò tali figure lo avesse fatto in attesa del ritorno degli dei sulla Terra. Recentemente, ultimi studi condotti in Perù hanno portato gli scienziati a vedere una correlazione tra le linee e l'acqua, elemento abbastanza raro nel territorio.
Questa ipotesi, ha preso vigore grazie allo studio di un ricercatore indipendente americano David Johnson, che secondo i suoi studi i geroglifici formerebbero una enorme mappa delle risorse d'acqua sotterranea, questo perchè avrebbe trovato una stretta correlazione tra gli antichi acquedotti o altri elementi "d'acqua" e le principali figure del luogo – L'esperienza delle popolazioni preispaniche avrebbe portato a conoscere le vie d'acqua sotterranee che scendono dalle montagne circostanti. E' assai probabile - spiega Johnson - che le linee fossero una specie di linguaggio che serviva per comunicare dove fossero localizzati i pozzi e gli acquedotti". un trapezoide, ad esempio, significa che lì vicino esiste un pozzo. I cerchi magari segnalava la prossimità di fontanelle o sorgenti. E così facevano anche le grandi figure degli animali. Il colibrì, ad esempio, una delle immagini più belle tra le "linee", indicava con il suo becco dove si trovava un grande pozzo.
Nonostante queste ipotesi avvalorate da studi e da ispezioni sul posto, le Linee di Nazca rimangono sempre un mistero. Infatti figure come il ragno raffigurato, è un aracnide originario di zone quasi inaccessibili della foresta Amazzonica (1500km più a nord), è uno dei più rari al mondo e possiede un organo riproduttivo particolare che è visibile solo al microscopio. La domanda, e quindi il mistero che rimane dopo molte ricerche  e studi  è: Come facevano quindi a sapere come si riproduceva questo ragno senza le giuste tecnologie? Forse la loro civiltà era entrata in contatto con qualcuno che fosse molto più evoluto di loro?  
Esiste ed è molto affascinante, la teoria "extraterrestre" suggerita da un archeologo dilettante di nome Erich von Däniken, secondo cui alcuni disegni (sopratutto la figura del "Colibrì" di cui alla precedente foto) rappresentavano piste di atterraggio costruite dagli alieni che avevano visitato la Terra molto tempo fa mentre il gigante ritratto sulla collina ( denominato "L'Astronauta") rappresenterebbe la figura di un alieno testimoniato dal popolo Nazca.
Forse le linee di NAZCA non erano esattamente delle piste come suggerisce Däniken , anche se questa teoria coinciderebbe con altre tracce in qualche modo simili a quelle degli "Dei antichi" lasciate a testimonianza di quel contatto avvenuto nel lontano passato. 
Alcuni scienziati e ricercatori che si avventurarono nel fornire delle teorie sull'origine delle linee di Nazca non vennero mai considerati dai nativi. Tornando alla fonte della tradizione peruviana ignorata dalla scienza moderna, viene narrato quanto segue :
"Molto tempo fa, nella pampa, scesero degli esseri che potevano volare"
"Erano i viracochas, divinità orientali che avevano portato la pace, l'armonia e il progresso. Erano quelle divinità che avevano disegnato le prime linee e figure di NAZCA."
"Allora noi, i figli dei viracochas, abbiamo seguito il loro esempio e imparato a disegnare nella sabbia."
Queste leggende hanno cercato di decodificarne le verità nascoste: Nessuno sa con certezza quando si sviluppo' la cultura Nazca; la maggior parte degli storici concordano nella datazione intorno all'anno 100 della nostra era. 
Secondo la leggenda, questa cultura sarebbe molto più antica: i Tiahuanaco risalirebbero agli 11.000 AC ;Un popolo che venne visitato da un "dio" emerso dal lago Titicaca (Bolivia) il quale ricevette gli insegnamenti di  un"dio", che chiamarono Viracocha (Quechua Signore). 
Da notare le  incredibili analogie con altri miti, come i sumeri di Oannes, o gli aztechi di Quetzalcoatl. 
Secondo la leggenda il Dio Viracocha non apparve da solo, ma porto' con sé la sorella, Mamacocha per istruire i Tiahuanaco nell' agricoltura, l'astronomia e le altre scienze, infondendo rituali che avevano a che fare con il Sole, che era essenziale per la loro agricoltura. Il Dio Viracocha dopo aver insegnato al popolo Tiahuanaco  le sue conoscenze torno' da dove era venuto promettendo di fare ritorno. Le caratteristiche descritte di questo "dio" erano le seguenti: carnagione bianca, alto, con la barba, luminoso, ecc.
In un epoca successiva i Tiahuanaco furono coinvolti dall' immigrazione di esseri giganteschi provenienti dall'Oceano Pacifico venuti a bordo di navi in grado di navigare e di volare. (Atlantide?). 
Esseri di grande statura di circa 4 metri, selvaggi e spietati.  A un certo punto, i giganti cominciarono a mangiare la gente di Tiahuanaco che spaventata, chiamarono il loro "dio" Viracocha che gli consiglio' di fuggire a Nord. 
Il "dio" dei  Tiahuanaco invio' una nave gigantesca, che provoco' una pioggia di fuoco sugli stranieri giganti ,sconfiggendoli.
Questo "Dio" aveva insegnato ai Tiahuanaco i rudimenti per costruire delle navi in grado di muoversi sulla terra.
I Tiahuanaco dopo aver ricevuto la saggezza degli "dei" e sviluppato una civiltà avanzata, decaddero nella vanità e malvagità costringendo il Dio Viracocha a punirli attraverso una grande inondazione del lago Titicaca. 
Alcuni di loro furono scelti per sopravvivere alla catastrofe venendo nascosti nelle grotte i cui ingressi erano particolari, acquisendo la conoscenza della presenza di una civiltà nella terra interna.
Secondo queste "leggende" le Linee di Nazca sarebbero quindi opera di tre antiche culture: 
extraterrestre, terrestre e di una civilta' sotterranea, un luogo di comunione che rappresenta le diverse comunità in sintonia tra loro.  
Per concludere un’ultima affascinante particolarità, sempre allacciata alla precedente "leggenda": Nel deserto di Nazca sono stati rinvenuti corpi mummificati alcuni dei quali presentano un cranio allungato probabilmente per motivi che non conosciamo ma che possono ricondursi a canoni estetici e molto più probabilmente religiosi.
Quest’ultimo tipo di pratica, chiamata dolicocefalico, sembrerebbe diffusa in molti luoghi della Terra anche molto lontani fra loro e consisteva nella deformazione sostanziale di un cranio infantile mediante la “fasciatura” . Queste deformazioni venivano imposte ai bambini per renderli sempre più somiglianti ai nostri antichi visitatori?
Forse con il tempo e con molte ricerche avremo quelle risposta ma per adesso le Linee di Nazca restano uno dei misteri più affascinanti dell’archeologia mondiale.

domenica 9 giugno 2013

Cerchi Nel Grano ( crop circles)


I cerchi nel grano (in inglese crop circles), o agroglifi, sono aree di campi di cereali, o di coltivazioni simili, in cui le piante appaiono appiattite in modo uniforme, formando così varie figure geometriche (talvolta indicate come "pittogrammi") ben visibili dall'alto. 
A seguito del numero crescente di apparizioni di queste figure (soprattutto in Inghilterra) a partire dalla fine degli anni settanta del XX secolo, il fenomeno dei cerchi è diventato oggetto d'indagine per determinare la genesi di queste figure.
Si sa con certezza che molti cerchi sono stati realizzati dall'uomo, però per la stragrande maggioranza dei casi sono state avanzate ipotesi per cercare di spiegare, in modo alternativo, la creazione di tali figure:  dalla spiegazione paranormale a quella ufologica.
Da quando fu visualizzato il primo cerchio nel grano negli anni '60, essi hanno affascinato e incuriosito il pubblico. Quasi sempre l'apparizione di nuovi cerchi nel grano ottiene l'attenzione della stampa, della comunità scientifica e dei seguaci New Age. I cerchi nel grano sono perfino diventati il soggetto di lavori di fantascienza, in particolare il film Signs di M. Shyamalan, con Mel Gibson e Joaquin Phoenix.

I cerchi nel grano sono sicuramente un fenomeno incredibile. Chi lo segue in maniera superficiale oppure non è molto addentro non può riuscire a comprenderne le mille sfaccettature e i paradossi logici che esso continua a proporci fin dalle prime formazioni documentate intorno al 1980. Arte o burle, believer o circlemaker: c'è veramente un confine fra gli elementi in gioco? E se sì, qual è? In un perverso gioco circolare, ciò che può essere chiaro se osservato di notte, col chiarore del giorno invece diventa molto oscuro. Ma allora è possibile dipanare in qualche modo questa matassa di corda così ingarbugliata? Forse, ma farlo non dipende da altri perché lo strumento principale è nelle vostre mani, in questo momento.  
Già nel 1600 l'esistenza del fenomeno dei cerchi nel grano veniva riportata su una piccola litografia già nel 1600, denominata “il diavolo mietitore”, una realtà di splendide geometrie che continua ad affascinare ed accendere i più appassionati dibattiti tra sostenitori e denigratori.
cerchi-011E' stato più volte documentato che gli autentici pittogrammi si formano in pochi secondi, non solo sui campi di grano, ma anche su quelli di segale, colza, mais, a dire di alcuni agricoltori inglesi, senza alcuna presenza di persone, sulle loro messi. 
I pittogrammi possono essere interpretati come messaggi simbolici provenienti dal cosmo, una forma di scrittura universale ed ancestrale che, attraverso bellissime immagini, vuol farci capire più a livello sub-inconscio che razionale una realtà fondamentale.
Qualcuno, che non è da considerare un abitante del nostro pianeta ci parla da tempo attraverso dei simboli splendidi?

Che cosa si può dunque dedurre da questi crop circles? Se lo sono chiesti diversi studiosi e cereologi, per esempio l’ingegnere elettrotecnico britannico Colin Andrews, l’ingegnere elettrotecnico Pat Delgado, operativo per anni nell’aeronautica militare inglese e nella NASA come esperto missilistico, il pilota civile Busty Taylor, l’ingegnere Thomas Roy Dutton, capo del settore ricerca della British Aerospace, l’antropologo tedesco Michael Hesemann, il fisico nucleare Eltjo Hasselhoff.

Questi ed altri studiosi giungono alla stessa conclusione: i VERI cerchi nel grano sono opera di un’intelligenza non umana, la cui natura ci è ancora ignota. Ecco alcune caratteristiche dei pittogrammi:

1. La maggior parte dei cerchi rappresenta figure geometriche di notevole precisione, dalla forma circolare, ad anello, ellittica o quadrangolare. C’è una netta definizione fra il grano piegato e quello ancora ritto e solo in pochi casi i cerchi oltrepassano i confini del campo;
2. Appaiono per lo più sui campi di grano ed orzo, a volte in quelli di colza, avena e sull’erba alta da foraggio, per lo più tra maggio e settembre, quando le spighe hanno raggiunto una certa altezza;
3. Al momento della scoperta di un cerchio, gli steli delle spighe risultano dolcemente piegati in intrecci o ramificazioni, mai spezzati o danneggiati, e in genere continuano a crescere in posizione orizzontale fino a completa maturazione;
4. Nelle spighe prelevate dai cerchi i nodi degli steli sono più grossi di quelli delle spighe rimaste in piedi nel campo, mentre i chicchi delle spighe risultano deformati, al contrario di quelli del restante raccolto.
5. Le direzioni possono essere in senso orario, antiorario, centrifugo, rettilineo, a svastica, composito e altre, ma sempre precise matematicamente e geometricamente.
6. I cerchi singoli e le composizioni sono posti parallelamente alla conformazione del terreno o ai solchi lasciati dall’aratro, si formano spesso di notte e quasi sempre in assenza di testimoni oculari. I campi che hanno già impressi dei cerchi vengono rivisitati per deporne altri o per completare quelli esistenti, e come luogo scelgono di preferenza zone nelle immediate vicinanze di località preistoriche o di tumuli funerari.
7. E’ straordinaria la varietà sia dei disegni che delle composizioni; il diametro dei cerchi può andare da un minimo di 1,5 metri ad un massimo di 60 metri, la lunghezza delle formazioni dai 14 ai 200 metri, e la loro complessità è aumentata dal 1978 a oggi.


Per Noi ogni disegno creato nel grano ha in sé un significato spesso molto complesso che è parte di una spiegazione scientifica molto ampia e difficile da descrivere.
Agli occhi dei più smaliziati, i crop circles sembrerebbero solo rappresentazioni di giganteschi mandala (diagrammi circolari costituiti dall'associazione di diverse figure geometriche che rivestono un significato spirituale e rituale sia nel Buddhismo che nell'induismo), o di simboli usati anche dalla nostra cultura , noi però siamo convinti che ogni cerchio ha un suo preciso messaggio da interpretare.
Purtroppo le persone in grado di interpretare correttamente i cerchi nel grano sono poche, in quanto i simboli sono complessi e richiedono avanzate conoscenze scientifiche per essere interpretati, e spesso si attribuiscono significati errati. Attraverso i cerchi nel grano si stanno passando avanzate tecnologie all'umanità, spiegando anno per anno (cerchio per cerchio) vari punti di queste tecnologie, il tutto nel disinteresse generale. Per cui il significato dei cerchi nel grano andrebbe ritrovato in più di una formazione, e non separatamente. Unendo poi le varie formazioni si dovrebbe ottenere il reale significato
Le rappresentazioni più numerose riguardano spiegazioni dettagliatissime su come costruire dispositivi che producano energia gratuita o quasi, cioè la free energy, tramite l'utilizzo di microonde sulle molecole d'acqua, ma sono gli elementi astronomici ad essere i soggetti più rappresentati nei crop circles, abbiamo infatti centinaia di perfette rappresentazioni astronomiche, per lo più molto complesse e raffiguranti le cose più varie, come la posizione di una cometa, una eclissi lunare o solare, il calendario solare, lunare o di venere, le posizioni dei pianeti in un determinato evento, e così via. 


I crop-circles rappresentano uno dei più affascinanti enigmi dei nostri tempi, ci invitano a visitarli, prendere atto della loro molteplice presenza ed a dare la nostra personale interpretazione.

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